DI EMENDAMENTI, DI LEGGI, DI QUALIFICHE

  • Febbraio 7, 2020 20:08

È semplice rendere le cose complicate, ma è complicato renderle semplici.
(Arthur Bloch)

Sappiamo tutti che esiste la possibilità di presentare emendamenti alle proposte di legge in Commissione Bilancio in fase di discussione. Il governo li esamina preventivamente, visto che spesso e volentieri vengono presentati in numero massiccio e ognuno di essi lo può valutare con quattro formule diverse: accolto, inammissibile, respinto o invito al ritiro. Quest’ultima possibilità non è una bocciatura netta, ma lascia aperta la possibilità a chi lo ha proposto di ritirarlo definitivamente o di riproporlo come punto di discussione all’interno dell’ordine nel giorno. Questo permette di mantenere in vita la richiesta, seppur depotenziata.
Questo è quanto è successo all’emendamento presentato da alcuni senatori del gruppo LEU, che proponeva l’abbassamento del limite di anzianità di servizio da 20 a 10 anni, trascorsi i quali l’operatore avrebbe potuto acquisire automaticamente la qualifica di educatore socio-pedagogico, come previsto dalle norme transitorie dell’ex Legge Iori. Il Senato ha chiesto e ottenuto di trasformarlo in ordine del giorno. La Commissione preposta ha quindi espresso il suo parere.
Che le maglie dei percorsi istituzionali siano intricate e spesso non facilmente comprensibili, è ormai chiaro e visibile ogni volta che ci si imbatte. Altrettanto chiaro è il fatto che, qualunque sia il percorso paludoso, inevitabilmente quasi sempre va a svantaggio dei lavoratori, cioè cittadini a cui ovviamente importa il giusto di dove o di come si bloccano gli iter legislativi, ma sono quotidianamente alle prese coi loro stipendi decurtati, le loro fatiche, i loro diritti disconosciuti. Loro (noi) sanno solo che devono continuare a pagare migliaia di euro per potersi riacquistare un lavoro che svolgono da decenni, sanno solo che anche stavolta, così pare, si è punto e a capo.

Educatori Uniti Contro i Tagli