UN CONCORSO DA RICORSO
Un concorso da ricorso
In questi giorni è scaduto il termine per poter partecipare al concorso indetto dal Comune di Bologna per la copertura di 10 posti di “Assistenti ai servizi socio educativi – Categoria C”, un concorso per educatori che mette in risalto alcune criticità che riteniamo doveroso segnalare:
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appare surreale come la legge 205/17 commi 594 – 601, la cosiddetta “Legge Iori” non sia stata minimamente tenuta in considerazione. Il concorso non prevede la possibilità di partecipare per coloro che dalla legge stessa vengono riconosciuti “titolati” per età ed esperienza. Quasi sbeffeggia chi, iscritto ai corsi per gli ormai famosi 60 cfu, si vede escluso sia dalla mancata applicazione della legge sia dalle tempistiche quasi chirurgiche che fanno scadere l’iscrizione al concorso a poche settimane dal conseguimento della qualifica. Per non parlare, infine, delle centinaia se non migliaia di educatori “smarriti” nel limbo dei tre anni utili per qualificarsi, periodo transitorio che avrebbe dovuto garantire e tutelare ma che si trasforma in una beffa con relativo smacco.
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il concorso è stato indetto per soli titoli, non attribuendo nessun tipo di punteggio e riconoscimento all’esperienza pregressa in servizi similari. Questo approccio palesa un disinteresse quasi imbarazzante nei confronti della qualità dei servizi offerti, a maggior ragione se si pensa che il più delle volte esperienza e formazione pregresse sono state favorite e promosse con denaro e fondi pubblici che vengono, in questo modo, di fatto sperperati.
Vogliamo sottolineare anche come siano stati messe a bando, nello stesso concorso, tre ambiti di impiego estremamente differenti, che prevedono competenze e caratteristiche specifiche, senza definire diverse tipologie di selezione. Non sono stati nemmeno specificati i criteri in base ai quali verranno assegnati i diversi ruoli.
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e per finire, la ciliegina sulla torta, è un concorso per laureati…per educatori che ormai la Legge ha riconosciuto e valorizzato che però vengono inquadrati come “assistenti” ed assunti in categoria C anche se, e qui si compie il paradosso, il regolamento sull’ordinamento generale degli uffici e servizi del Comune di Bologna prevede per tale categoria (C) “la licenza di scuola media superiore (diploma di maturità)” mentre il diploma di laurea dovrebbe essere condizione necessaria per la categoria D.
L’impressione è che con questo concorso la legge, i regolamenti comunali ed il buon senso siano stati messi nel dimenticatoio.
L’impressione è che l’università, molto celere nel fare cassa con i corsi per i 60 cfu, non abbia tutelato coloro che senza troppe remore ha deciso di “spennare”.
L’impressione è che l’esperienza sia diventata un ostacolo da evitare anziché una risorsa da valorizzare.
Noi, Educatori Uniti Contro i Tagli, critichiamo aspramente le scelte e le modalità messe in atto dal Comune di Bologna per questo bando di concorso, che mostra una grave mancanza di rispetto nei confronti della dignità e della professionalità degli Educatori.
Tali scelte, inoltre, non potranno non ricadere sulla qualità dei servizi offerti alla cittadinanza.