A PROPOSITO DI LEGGI, DI EDUCATORI E DI FESTE NATALIZIE…
Avremmo voluto anche noi una legge finalmente risolutiva che affrontasse tutte le tematiche che la nostra “sregolata” professione endemicamente si porta con sé, prima fra tutte il naturale accorpamento di tutti gli educatori in un’unica figura professionale, con un unico percorso formativo. Ma siamo in Italia e per ogni passaggio in avanti, c’è una gabella da lasciare al potente di turno (nel nostro caso, la “baroneria” universitaria), per cui, intanto becchiamoci questo riconoscimento, consapevoli che questo è solo un inizio e che comunque prima c’era soltanto il nulla. Lo sa bene anche l’onorevole Iori che questa legge è imperfetta: nella prima stesura della legge, lei stessa aveva infatti previsto la figura unica. E ci sarà subito da battagliare per fare in modo che il costo dei corsi universitari non s’abbatta interamente sugli stipendi, il più delle volte mortificanti, di tanti colleghi. Ma tant’è… ricomincio da tre, direbbe il grande Troisi. Da oggi migliaia di colleghi, regolarizzando la posizione in un’epoca in cui ormai in ogni gara d’appalto vengono richiesti esclusivamente educatori con il titolo, non rischieranno più il posto di lavoro in caso di cambio servizio. Certo, da questa legge qualcuno non ricaverà particolari benefici e probabilmente, chi s’è avviato a questo mestiere da poco tempo dovrà iscriversi all’intero corso universitario, mentre quelli che per anzianità d’età o di servizio rientrano nell’accesso diretto, verranno sanati seduta stante. Ogni periodo di transizione porta più o meno vantaggi a seconda di dove si è posizionati nel momento dell’approvazione del provvedimento, è inevitabile. Quel che è certo è che adesso tocca a noi, tutti insieme, continuare a lottare affinché, visti i tempi di ridimensionamento e tagli di servizi, la nostra non diventi l’ennesima categoria di disoccupati col titolo. Per esperienza sappiamo che non ci regalerà niente nessuno, tutto quello che verrà dovremo sudarcelo. Ci sforziamo di dirlo da sempre: la lotta per la difesa dei servizi e la lotta per il riconoscimento e la dignità della nostra professione, vanno di pari passo. Ultimi e penultimi camminano sempre insieme. Detto questo, visto il periodo natalizio, corre l’obbligo di chiudere con gli auguri: per cui, comunque la pensiate, qualsiasi cosa facciate, ovunque voi siate, un abbraccio forte, ma proprio forte, da parte di tutti noi. E che il 2018 ci porti in dono più lavoro, più sorrisi e più soldi in busta paga, ne abbiamo proprio un gran bisogno.
Educatori Uniti Contro i Tagli