Comunicato su ex legge Iori e corsi per ottenere qualifica
In queste ultime settimane si assiste ai primi passi dell’attuazione della legge 205 (commi 594-601), conosciuta ai più come Legge Iori.
Alcuni Atenei, i primi a muoversi in tal senso, hanno sviluppato e reso pubblica ufficialmente la loro proposta relativa al corso per l’acquisizione della qualifica di educatore professionale, come indicato nel comma 597.
Senza entrare nel merito per ora della proposta formativa, salta velocemente agli occhi la richiesta economica di tali corsi di qualificazione: per quel che riguarda le proposte già presentate il prezzo va dai 1600 ai 1800€, tutti, come indica senza fraintendimenti la legge, ad onere del corsista.
Questo ha subito attirato l’attenzione degli Educatori Uniti contro i tagli suscitando preoccupazione.
Le proposte emerse in questi primi mesi dopo l’approvazione della legge non considerano le esigenze e le caratteristiche delle persone a cui si rivolgono, la loro quotidianità e soprattutto le loro possibilità economiche – per molti educatori la cifra richiesta rappresenta due stipendi mensili, se non più – né tantomeno si aprono ad un dialogo col tessuto sociale interessato.
Noi Educatori Uniti contro i tagli, per nulla soddisfatti di quanto accade, stiamo cercando strade alternative che possano alleggerire le già pesanti spalle degli operatori che vorranno e dovranno svolgere questo percorso di qualifica.
Abbiamo aperto un dialogo con Legacoop Emilia Romagna per confrontarci con quelle realtà universitarie che sono disponibili a intraprendere un dialogo costruttivo per favorire, anche e soprattutto in termini economici, la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori al percorso di qualificazione.
Stiamo tentando di aprire un confronto con la regione Emilia Romagna, per comprendere la disponibilità e la possibilità di fondi che possano supportare singolarmente il pagamento della tassa d’iscrizione al corso. Questo per tentare, ancora una volta, di difendere la dignità del lavoro delle educatrici e degli educatori e i diritti dei singoli cittadini e lavoratori.
La qualità dei Servizi alla Persona sul territorio e il benessere di tutti coloro che usufruiscono di tali Servizi dipendono anche da questo.
Chiediamo ai collettivi di operatori sul territorio regionale e nazionali, alle associazioni, ai singoli colleghi, a chiunque sia interessato a tale tema di aggregarsi attorno al nostro appello, di unirsi ai nostri sforzi e di supportarci in tale percorso. Mostriamo che ci siamo, che siamo uniti e che abbiamo lo stesso obiettivo, quello del rispetto del nostro lavoro. Dimostriamo alle parti politiche, alle università, alle istituzioni che quando la necessità è stringente la rappresentanza della professione educativa cresce, è folta e coesa.
Abbiamo bisogno di ognuno di voi per portare avanti con successo tale strada.
Educatori Uniti contro i Tagli
Podcast “Sig.re e Sig.ri il Welfare è sparito!” Puntate di Aprile 2018
Tutti i martedì in diretta su Radio Kairos 105.85 e tutti i venerdì la replica della prima parte su Radio Città Fujiko 103.1
Martedì 10 Aprile
“Dite alle sirene che ripasso. I Fiori Blu, una comunità artistica in viaggio“, ne parliamo in studio con Martina Palmieri (regista) e Fabio Martini (attore) della Compagnia Gruppo Elettrogeno. E con Ezio Danieli, Caterina Romano e Adriano De Blasi, attori de I Fiori Blu. “Nuovi aggiornamenti sulla Legge Iori” con estratti degli interventi di alcuni colleghi presenti all’Assemblea pubblica del 21.03. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 17 Aprile
“Convegno Nazionale Associazione Professioni Pedagogiche (APP), organizzato dall’Università degli Studi di Bergamo – Dipartimento Scienze Umane e Sociali il 9 aprile”, ne parliamo con Anna Brigandì (presidente Associazione Professioni Pedagogiche). “Incontro pubblico del 27 marzo a Mantova: LEGGE IORI: QUALE PROSPETTIVA PER EDUCATORI ED EDUCATRICI?”, intervista ad Adriano degli Operatori Sociali Mantova. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 24 Aprile
“26 aprile 2011 – 26 aprile 2018 Sig.re e sig.ri il welfare è sparito! Sette anni di libera informazione sul mondo del sociale.”
“Dai BUS ai Kironi, l’economia solidale che valorizza le competenze umane. Un percorso dal basso per combattere la crisi del Capitale.”, ne parliamo con Antonella Urbinelli, Silvia Signoretti e Laura Costa (Ass.ne Verso il mondo nuovo/ La comunità dei Kironi), Alfredo Di Pede (Comunità dei Kironi) ed intervista ad Enrico della cooperativa Mag6 Reggio Emilia. Presentazione Primavera d’informazione psicologica con Mauro Favaloro. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
REPORT INCONTRO PUBBLICO 21 MARZO 2018
LA DISCIPLINA DELLE PROFESSIONI DI EDUCATORE E PEDAGOGISTA, DAL Ddl 2443 IORI BINETTI AL TESTO DEFINITIVO APPROVATO NELLA LEGGE DI BILANCIO
Come già scritto in altre occasioni, l’attuazione di questa legge è un buon “primo passo” verso una regolamentazione ed un riconoscimento di figure professionali fino a ieri lasciate quasi al caso, permettendo la creazione di una categoria professionale.
Nello specifico:
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Permette per la prima volta di abbozzare i primi passi per la creazione di una categoria professionale degli educatori e dei pedagogisti, professioni che fino ad oggi sono sempre risultate frammentate e poco riconosciute da un punto di vista lavorativo, politico e socioeconomico.
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Specifica una lista di ambiti di azione dell’educatore che, seppur con il rischio di essere limitante e limitata, permette di definire con più attenzione e precisione il raggio di azione di una professione spesso sotto sfruttamento e ricatto, a causa di un’assenza di identità propria e di confini operativi chiari e non fraintendibili.
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Presenta delle norme transitorie che permetteranno il passaggio verso la “normalizzazione” legale di coloro che svolgono questo lavoro da anni e sono entrati in questo mondo professionale con titoli e percorsi formativi ritenuti idonei, fino ad oggi, per svolgere il ruolo di educatore.
Gli aspetti di criticità della legge in questione appaiono di una certa entità:
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Separa in maniera definitiva i percorsi e gli ambiti lavorativi delle figure di educatore sociale ed educatore sanitario, non riuscendo ad uscire da dinamiche accademiche e lobbistiche e creando una separazione interna ad una categoria professionale in formazione. In questo modo viene avallato lo scontro, già vivo e attivo, tra queste due figure e discipline anziché fare afferire il lavoro dell’educatore in toto all’interno dell’ambito delle discipline pedagogiche.
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Le norme transitorie non rispondono ad un sistema meritocratico di valutazione di competenze, ma strutturano un ventaglio molto ampio di selezione in cui chi svolge la professione di educatore da tre anni e messo sullo stesso livello di chi la svolge da 19, senza andare a valutare, attraverso la creazione di giusti scaglioni, la professionalità sviluppata ed effettivamente messa in campo. Tali norme, oltre ad appiattire e svalorizzare le varie sfumature dell’esperienza sviluppata, non tengono conto dei percorsi annuali di formazione continua ed obbligatoria, fondamentale ed assolutamente mirata allo sviluppo di competenze da mettere in campo nella quotidianità lavorativa.
Gli Educatori Uniti Contro i Tagli, partendo dalle considerazioni precedenti, hanno fortemente voluto questo incontro per tentare di chiarire attraverso domande agli interlocutori più significativi, (Legacoop, Università e senatrice Iori), quelle che si presentano ancora come domande non risposte o confuse.
Partendo dalle seguenti domande si è lasciato spazio agli interlocutori:
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Le modiche introdotte dalla legge come si integreranno all’interno delle trattative per il rinnovo del CCNL delle Cooperative sociali?
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Quali azioni possono essere attivate per sgravare almeno una parte dei costi del corso da 60 CFU attualmente in capo ai singoli lavoratori?
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L’educatore che acquisisce la qualifica attraverso il corso intensivo verrà contrattualizzato al livello D2 del CCNL con la retribuzione corrispondente a quella di un educatore in possesso del titolo di laurea?
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Quali azioni possono essere attivate per sgravare almeno una parte dei costi del corso da 60 CFU attualmente in capo ai singoli lavoratori?
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Com’è strutturato il corso da 60 CFU per l’acquisizione della qualifica?
Alberto Alberani responsabile dell’area welfare per Legacoop Bologna e vice-presidente vicario di Legacoop Sociale, sottolinea come risulti fondamentale l’uscita di una circolare interpretativa che porrà gli indirizzi su come procedere, permettendo così l’applicazione della legge da settembre 2018.
Riguardo alla domanda sui costi del corso, Alberani si auspica che possano essere contenuti per i lavoratori. Per ottenere questo risultato è necessario capire quante persone devono essere formate, avendo le credenziali richieste dalla legge, per aprire poi una contrattazione con la regione. Il costo del corso potrebbe aggirarsi tra i 600 e i 1600 €.
Alberani sostiene poi che le Cooperative, se hanno la possibilità economica, dovrebbero contribuire ai costi del corso, ad oggi completamente a carico del lavoratore, attraverso l’utilizzo ad esempio del ristorno. Propone inoltre, di investire le ore di formazione continua per lo stesso scopo.
Suggerisce di verificare la possibilità di utilizzo di fondi foncoop, Fondi sociali europei e fondi occupabilità.
Conclude riportando la situazione Torinese in cui sono uscite gare d’appalto che contemplano già la legge.
L’intervento successivo è stato quello di Giovanna Guerzoni, ricercatrice e coordinatrice del Corso di Laurea in Educatore sociale e culturale.
La docente conferma che i Direttori di Dipartimento delle Università si sono incontrati a inizio febbraio e hanno prodotto e firmato un documento che da orientamento generale nel quale si definiscono i contenuti formativi: 6 corsi da 8 CFU in ambito socio-antropologico, pedagogico e psicologico più 12 CFU di progect work per valorizzare l’esperienza dell’educatore. L’intento dell’Università è partire con il corso da settembre 2018 con modalità e-learning per il 70% e per il restante 30% in aula.
Relativamente al riconoscimento della formazione passata, dice che c’è l’intenzione di considerarla e a tal proposito sono già stati posti quesiti all’università che non si è ancora pronunciata in merito. La docente conferma che i costi sono a carico dei lavoratori e il costo si aggirerà intorno ai 1800 euro.
Se si è parallelamente iscritti ad un altro corso universitario, la docente sostiene che non c’è certezza di poter accedere contemporaneamente a questo percorso: la dott.ssa Guerzoni si è resa disponibile per chiarire quest’ulteriore zona grigia attraverso un confronto con l’università.
Il lavoratore che vuole accedere al corso deve avere certificata la posizione lavorativa dal datore di lavoro e probabilmente farà fede l’inquadramento contrattuale e non le mansioni svolte.
I 60 crediti ottenuti attraverso il corso, al bisogno potranno essere riconosciuti per fare altri percorsi universitari.
L’ultimo intervento strutturato è stato quello della Senatrice Vanna Iori: ha raccontato quanto questa legge, che sicuramente non riuscirà ad accontentare tutti, sia frutto di una faticosa mediazione in Parlamento e Senato, ma anche nelle specifiche commissioni, tra chi pensava ad una sanatoria tout court e chi riconosceva il titolo solo ai lavoratori che precedentemente avevano ottenuto la laurea in scienze della formazione.
Ribadisce che si è in attesa di circolare ministeriale per capirne le modalità di attuazione. Ridimensionati gli ambiti di azione degli educatori in ambito sanitario (Laurea in Medicina) e ha dettagliato le azioni dell’educatore sociale.
Alla domanda relativa ai costi elevati, riporta come in un incontro del 31 gennaio con i Direttori dei dipartimenti delle Università si era ipotizzato un costo di circa 500 euro, molto diverso dai costi illustrati da Legacoop e dall’università stessa.
Ritiene verosimile che possano accedere al corso tutti coloro che possono vedersi certificate le mansioni elencate dalla legge.
Ribadisce che coloro che hanno 12 mesi di esperienza, non possono essere né licenziati né retrocessi, i 12 mesi vengono calcolato al 1° gennaio 2018. Dice però che le condizioni possono cambiare con le successive gare d’appalto soprattutto nel caso in cui la legge venga contemplata.
I video della serata:
Podcast “Sig.re e Sig.ri il Welfare è sparito!” Puntate di Marzo 2018
Tutti i martedì in diretta su Radio Kairos 105.85 e tutti i venerdì la replica della prima parte su Radio Città Fujiko 103.1
Martedì 6 Marzo
“La lotta degli assistenti all’igiene personale disabili di Palermo e non solo, a che punto siamo?”, intervista a Giorgia Geraci (Ass. Igiene personale disabili/Slai Cobas). “Disability Day 28 febbraio – Roma”, intervista a Daniele Lauri della Coop. Liberamente. “L’otto marzo delle donne native e migranti di Anassim“, ne parliamo con Hend e Lella Vultaggio (Ass. Anassim: donne native delle due sponde del Mediterraneo). “Una pillola sulla comunicazione” di Giovanni Romagnani, ESP al CSM di Budrio. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 13 Marzo
“Dopo l’8 Marzo, Io l’8 ogni giorno. Prospettive di lotta per un movimento planetario“, ne parliamo in studio con le attiviste di NON UNA DI MENO. In diretta con i colleghi della Rete Operatori Sociali di Milano: “Assemblea pubblica del 7 Marzo. Legge Iori, rinnovo del C.C.N.L., battaglie e conquiste da raccontare”. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 20 Marzo
“Libro Educatori. Sfruttati, Ricattati, Malpagati“, ne parliamo con Maurizio Mozzoni, Daniele Grassini e Maria Cristina Faraci (Educatori ed autori del libro). “La lotta per la dignità professionale e la difesa dei diritti dei lavoratori del sociale, si può fare!!”, intervista a Giuseppe Rambaldo (Educatore). Aggiornamenti su incontro pubblico ex legge Iori di mercoledì 21 marzo. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 27 Marzo
“Spazi abbandonati e sport di strada. La vicenda dello Skate Park di Borgo Panigale“, ne parliamo in studio con Simone e Guglielmo, skaters, firmatari della petizione per la riapertura dello skate park di via Giacosa e con Carlo Balestri, della UISP, ideatore e responsabile dei MONDIALI ANTIRAZZISTI. “Dopo la Legge Iori. Luci e ombre sul futuro di una professione“: estratti degli interventi degli ospiti (Senatrice Vanna Iori, Legacoop e Università) e dei colleghi presenti all’Assemblea pubblica del 21.03. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Podcast “Sig.re e Sig.ri il Welfare è sparito!” Puntate di Febbraio 2018
Tutti i martedì in diretta su Radio Kairos 105.85 e tutti i venerdì la replica della prima parte su Radio Città Fujiko 103.1
Martedì 6 Febbraio
“Le Case della Salute. Un’opportunità o una fregatura?“, in occasione dell’apertura della Casa della Salute del quartiere Navile, ne parliamo in studio con il dott. Ardigò Martino, medico, specialista in organizzazione e gestione dei servizi sanitari, con Loretta Alberani dell’Assemblea sulla Casa della Salute del Navile e con Brunella Guida, consigliera di quartiere al Navile. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 13 Febbraio
“CCNL lavoratori delle cooperative sociali. A che punto siamo?“, in diretta con Michele Vannini, Fp-CGIL. “Dopo la Legge Iori. I lavoratori si organizzano“, con Matteo della Rete Operatori Sociali Milano(ReNos). “Accordo sul lavoro estivo. Criticità“, in studio Marco Martucci, USB Bologna. Una testimonianza dalla Macerata antifascista, parla Filippo Nuzzi, attivista e operatore dell’accoglienza. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 20 Febbraio
“Dopo Macerata. I migranti in Italia tra ostilità ed accoglienza“, ne parliamo in studio con Youlsa e Mubarik, migranti e Anna, famiglia accogliente; Maria Cristina Visioli, segretaria nazionale di Refugees Welcome Italia e Filippo Nuzzi, operatore dell’accoglienza. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
INCONTRO PUBBLICO – ex LEGGE IORI – SALA PIAZZA via Marco Polo Bologna
La disciplina delle professioni di educatore e pedagogista,
dal Ddl 2443 Iori-Binetti al testo definitivo approvato nella legge di bilancio:
risvolti e prospettive
Mercoledì 21 marzo 2018 ore 20:00
presso la Sala “Piazza” via Marco Polo, quartiere Navile – Bologna
Podcast “Sig.re e Sig.ri il Welfare è sparito!” Puntate di Gennaio 2018
Tutti i martedì in diretta su Radio Kairos 105.85 e tutti i venerdì la replica della prima parte su Radio Città Fujiko 103.1
Martedì 9 Gennaio
“Il lavoro non basta… nuove forme di povertà nel mondo occidentale. Quale futuro per il welfare italiano? “, ne parliamo in diretta con Chiara Saraceno, sociologa e filosofa. “Gli educatori ai tempi della Legge Iori” ne parliamo con i colleghi, Rosella da Bologna e Fabrizio da Milano. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa
Martedì 16 Gennaio
“Educare a spizzichi e bocconi… i part time ciclici verticali con sospensione estiva“, ne parliamo in diretta con Simona, collega del gruppo Educatori di Firenze. “Lo sportello di ascolto psicologico per lavoratori del sociale”, in diretta con la psicologa Serena Saggiomo. “La Casa della Salute nel deserto della Trilogia” al telefono con Brunella Guida, consigliera di quartiere al Navile e membro del Laboratorio partecipato sulle case della salute. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 23 Gennaio
“Dopo l’approvazione… presente e futuro delle professioni pedagogiche ai tempi della Legge Iori“, ne parliamo in diretta con Alberto Alberani, responsabile regionale di Legacoopsociali e con Anna Brigandì, presidentessa nazionale dell’Associazione Professioni Pedagogiche.
Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
Martedì 30 Gennaio
“Politiche giovanili a Bologna. La riprogrammazione dei Centri Anni Verdi. A che punto siamo?“, ne parliamo in diretta con Federico Martelloni, Consigliere Comunale di Coalizione Civica per Bologna e in studio con Roberta Gandolfi del Comitato Genitori dell’I.C. e con Jacopo Rubbi, educatore CSAPSA al CAV Reno. “La continuità educativa. Il nuovo accordo sulla gestione dei centri estivi“, ne parliamo in studio con Rosella Chirizzi del sindacato SGB. Rubrica Educaweb a cura di Mariarosa.
LA “LEGGE IORI”: UN PASSO AVANTI, MA SOLO IL PRIMO
La legge conosciuta ai più come “legge Iori” (e poi Iori – Binetti) non è riuscita a concretizzarsi con il classico iter parlamentare. Questo la dice lunga sulle difficoltà che ha incontrato durante il proprio percorso, percorso che ha portato a molte mediazioni, a compromessi ed a qualche cambio di rotta e ha, infine, condotto in porto quella che ora conosciamo come “legge 205, comma 594 – 601”.
Da un certo punto di vista riteniamo questa legge positiva, soprattutto la consideriamo un buon “primo passo” verso una regolamentazione ed un riconoscimento di figure professionali fino a ieri lasciate quasi al caso.
Nello specifico:
– Permette per la prima volta di abbozzare i primi passi per la creazione di una categoria professionale degli educatori e dei pedagogisti, professioni che fino ad oggi sono sempre risultate frammentate e poco riconosciute da un punto di vista lavorativo, politico e socioeconomico.
– Specifica una lista di ambiti di azione dell’educatore che, seppur con il rischio di essere limitante e limitata, permette di definire con più attenzione e precisione il raggio di azione di una professione spesso sotto sfruttamento e ricatto, a causa di un’assenza di identità propria e di confini operativi chiari e non fraintendibili.
– Presenta delle norme transitorie che permetteranno il passaggio verso la “normalizzazione” legale di coloro che svolgono questo lavoro da anni e sono entrati in questo mondo professionale con titoli e percorsi formativi ritenuti idonei, fino ad oggi, per svolgere il ruolo di educatore.
Gli aspetti di criticità della legge in questione appaiono di una certa entità:
– Separa in maniera definitiva i percorsi e gli ambiti lavorativi delle figure di educatore sociale ed educatore sanitario, non riuscendo ad uscire da dinamiche accademiche e lobbistiche e creando una separazione interna ad una categoria professionale in formazione. In questo modo viene avallato lo scontro, già vivo e attivo, tra queste due figure e discipline anziché fare afferire il lavoro dell’educatore in toto all’interno dell’ambito delle discipline pedagogiche.
– Le norme transitorie non rispondono ad un sistema meritocratico di valutazione di competenze, ma strutturano un ventaglio molto ampio di selezione in cui chi svolge la professione di educatore da tre anni e messo sullo stesso livello di chi la svolge da 19, senza andare a valutare, attraverso la creazione di giusti scaglioni, la professionalità sviluppata ed effettivamente messa in campo. Tali norme, oltre ad appiattire e svalorizzare le varie sfumature dell’esperienza sviluppata, non tengono conto dei percorsi annuali di formazione continua ed obbligatoria, fondamentale ed assolutamente mirata allo sviluppo di competenze da mettere in campo nella quotidianità lavorativa.
Attendiamo a questo punto con ansia il decreto che illustri l’attuazione di tale Legge. Uno dei punti centrali, sul quale bisognerà ancora molto discutere e confrontarsi, sarà certamente l’aspetto economico, ovvero l’onere lasciato alle tasche delle lavoratrici (la stragrande maggioranza della categoria) e dei lavoratori. Questi si ritroveranno ad affrontare spese non certo irrisorie per procedere alla “regolarizzazione” della propria posizione, per poi ritrovarsi verosimilmente, con lo stesso contratto (tra l’altro scaduto dal 2012) con il quale sono partiti.
Crediamo che un dialogo serio vada aperto con le organizzazioni rappresentative di categoria, le cooperative, i sindacati ed il mondo accademico, per fare in modo che istituzioni con un potenziale economico vivo ed esistente, possano supportare il percorso formativo di coloro che contribuiscono, con il lavoro diretto e con le quote sociali, alla creazione di tali risorse finanziarie.
Questa legge, attesa e con un impatto molto importante sul mondo professionale degli educatori e dei pedagogisti, appare come un passo primo, un inizio, un abbozzo di percorso. Acquisterà valore e significato soltanto nello sviluppo dei successivi passaggi, che dovrebbero condurre alla determinazione di una reale categoria professionale in termini di identità e riconoscimento.
Riteniamo infine che non possano essere sempre i lavoratori coloro ai quali presentare il conto di una cattiva gestione istituzionale dettata, il più delle volte, dagli interessi particolaristici di quel preciso momento.
Educatori Uniti Contro i Tagli
A Nadia, un anno dopo…
Sei morta nel giorno in cui correva l’anniversario della morte di Giulio e a guardarli sui social network, oggi i vostri sorrisi si assomigliano tantissimo. La nostra meglio gioventù: le vostre immagini di ragazzi pieni di vita sono tutto ciò che c’è rimasto per sperare ancora in questo paese così ingrigito e stanco. Siete molto più vivi voi di tutti questi celebranti di messe riparatrici che sghignazzano perché potranno finalmente riempire le poltrone dei loro macabri talk show con il vostro sangue. Che mestiere farabutto il nostro, Nadia: ci si può anche morire, in un turno qualsiasi, tra le sedie di un refettorio all’ora di pranzo, a un quarto di secolo di vita appena scoccato. E tutti giù a scrivere che è morta una santa, una martire che dedicava il suo tempo ai più sfortunati, agli ultimi. Io no, io dico che non è morta una santa, ma una lavoratrice, una mia collega, un’operaia della cura, una funzionaria delle relazioni umane. Un mestiere impenetrabile il nostro, Nadia: la stragrande maggioranza di persone non lo concepisce neppure: quando ci va bene, questi pensano che siamo dei bravi ragazzi che fanno del bene al prossimo, una colonia di boy scout altruisti che formano la propria personalità in eterno donandosi agli altri. Nessuno che dice che per questo ci meriteremmo uno stipendio più decoroso, delle condizioni contrattuali più degne, una legislazione adeguata e non affidata alla contrattazione parlamentare tra i vari tutori dei diversi baronati universitari. Adesso tutti giù a scrivere che ci vogliono le telecamere nei luoghi dove lavoriamo, come se ci fosse differenza a essere filmati o no quando si muore, tutti a mettere in evidenza che quello era un marocchino, e tutti giù con i “sbattiamoli fuori questi bastardi”. Quanta banalità scorre nelle vene di chi guarda la vita passargli accanto senza viverla e commentandola soltanto. Mi piacerebbe che potessi rispondere tu a questi idioti dell’attimo dopo, a questi sciacalli delle disperazioni altrui, mi piacerebbe che fossi tu a mandarli tutti quanti affanculo. Ma tu ora stai in silenzio e io non so dove sei. Tocca a noi difendere il senso di ciò che facevi, di ciò che facciamo ogni giorno. Tocca a noi mantenere in vita il tuo sorriso Nadia, il tuo sorriso così simile a quello di Giulio.
Paolo Coceancig
Educatori Uniti Contro i Tagli
A PROPOSITO DI LEGGI, DI EDUCATORI E DI FESTE NATALIZIE…
Avremmo voluto anche noi una legge finalmente risolutiva che affrontasse tutte le tematiche che la nostra “sregolata” professione endemicamente si porta con sé, prima fra tutte il naturale accorpamento di tutti gli educatori in un’unica figura professionale, con un unico percorso formativo. Ma siamo in Italia e per ogni passaggio in avanti, c’è una gabella da lasciare al potente di turno (nel nostro caso, la “baroneria” universitaria), per cui, intanto becchiamoci questo riconoscimento, consapevoli che questo è solo un inizio e che comunque prima c’era soltanto il nulla. Lo sa bene anche l’onorevole Iori che questa legge è imperfetta: nella prima stesura della legge, lei stessa aveva infatti previsto la figura unica. E ci sarà subito da battagliare per fare in modo che il costo dei corsi universitari non s’abbatta interamente sugli stipendi, il più delle volte mortificanti, di tanti colleghi. Ma tant’è… ricomincio da tre, direbbe il grande Troisi. Da oggi migliaia di colleghi, regolarizzando la posizione in un’epoca in cui ormai in ogni gara d’appalto vengono richiesti esclusivamente educatori con il titolo, non rischieranno più il posto di lavoro in caso di cambio servizio. Certo, da questa legge qualcuno non ricaverà particolari benefici e probabilmente, chi s’è avviato a questo mestiere da poco tempo dovrà iscriversi all’intero corso universitario, mentre quelli che per anzianità d’età o di servizio rientrano nell’accesso diretto, verranno sanati seduta stante. Ogni periodo di transizione porta più o meno vantaggi a seconda di dove si è posizionati nel momento dell’approvazione del provvedimento, è inevitabile. Quel che è certo è che adesso tocca a noi, tutti insieme, continuare a lottare affinché, visti i tempi di ridimensionamento e tagli di servizi, la nostra non diventi l’ennesima categoria di disoccupati col titolo. Per esperienza sappiamo che non ci regalerà niente nessuno, tutto quello che verrà dovremo sudarcelo. Ci sforziamo di dirlo da sempre: la lotta per la difesa dei servizi e la lotta per il riconoscimento e la dignità della nostra professione, vanno di pari passo. Ultimi e penultimi camminano sempre insieme. Detto questo, visto il periodo natalizio, corre l’obbligo di chiudere con gli auguri: per cui, comunque la pensiate, qualsiasi cosa facciate, ovunque voi siate, un abbraccio forte, ma proprio forte, da parte di tutti noi. E che il 2018 ci porti in dono più lavoro, più sorrisi e più soldi in busta paga, ne abbiamo proprio un gran bisogno.
Educatori Uniti Contro i Tagli